L’italiano è generalmente poco propenso a parlare di successione, eppure l’esperienza insegna che non è mai troppo presto per prevedere una buona strategia successoria.
Questa, infatti, aiuta spessissimo ad evitare complicazioni o peggio ancora litigi tra gli eredi.
L’ausilio di un professionista esperto in tema di passaggio generazionale è fondamentale; altrettanto importante è avere una serie di conoscenze base che permettano di capire di cosa si parla.
Con questo articolo mi propongo di sintetizzare le questioni salienti in tema di successione cercando di dare, il più semplicemente possibile, delle linee guida che aiutino ad orientarsi.
Per praticità di consultazione dividerò il tema in argomenti
SUCCESSIONE E DONAZIONE
Ai fini fiscali non c’è distinzione tra donazione e successione.
Si fa in entrambi i casi riferimento al Testo unico delle disposizioni concernenti l’imposta sulle successioni e donazioni. (N.D.R.: Ai sensi dell’art.2, comma 47 decreto-legge 3 ottobre 2006 n.262, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2006 n 286, è istituita l’imposta sulle successioni e donazioni sui trasferimenti di beni e diritti per causa di morte, per donazione o a titolo gratuito e sulla costituzione di vincoli di destinazione, secondo le disposizioni del presente testo unico nel testo vigente alla data del 24 ottobre 2001, fatto salvo quanto previsto dai commi da 48 a 54 dell’art.2 del cit. D.L. n.262 del 2006. Per la decorrenza vedasi quanto disposto dal comma 53 dell’art.2 D.L. n.262 del 2006. L’art.13 L. 18 ottobre 2001 n.383 aveva disposto la soppressione dell’imposta di successione e donazione.)
Pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 277 del 27 novembre 1990
CHI SONO GLI EREDI E COME SI DIVIDE TRA LORO IL PATRIMONIO?
La successione può essere di due tipi: testamentaria (nel caso in cui sia stato redatto un testamento) o legittima (in carenza di testamento ovvero quando il testatore non ha disposto di tutto il suo patrimonio attraverso il testamento).
Gli eredi sono i parenti del de cuius fino al 6° grado.
La legge tutela gli eredi definiti legittimari riservando loro una quota del patrimonio indipendentemente dalla volontà del defunto. Tale quota è detta quota “di legittima” o “di riserva” e rappresenta quella porzione di patrimonio ereditario che è garantita per legge ai soggetti legittimari.
La misura di tale quota varia a seconda del numero e della qualità dei legittimari.
Accanto alla quota di legittima è prevista una quota “disponibile”, che rappresenta la porzione di patrimonio di cui il de cuius può liberamente disporre.
I legittimari sono:
- il coniuge* (a cui è sempre riservata una quota)
- i figli sia naturali che adottivi
- Gli ascendenti (nel caso in cui non ci siano figli)
* Va evidenziato che in caso di coniuge separato a cui non sia stata addebitata la separazione con sentenza passata in giudicato spettano gli stessi diritti spettanti al coniuge non separato; in caso di convivente non è prevista alcun diritto successorio, sarà quindi necessario stipulare a suo favore un valido testamento.
La quota legittima è calcolata in funzione della composizione della famiglia:
Va da se che la quota disponibile è la differenza tra il totale e la legittima.
È importante sottolineare che ai fini del calcolo delle legittime va considerato il patrimonio in essere all’apertura della successione (ossia alla morte del de cuius) sommato ad eventuali donazioni fatte in vita dal de cuius
Ricordo che nel caso in cui fossero state fatte delle donazioni in vita che ledessero le quote di legittima, esse potrebbero essere impugnate da eredi nati e nascituri entro il limite di 20 anni dall’atto di donazione o, se minore, 10 anni dalla morte del donante.
QUANTO COSTA LA SUCCESSIONE?
La successione e la donazione scontano le stesse imposte, calcolate sulla base del valore del patrimonio e in base al grado di parentela del beneficiario al netto di specifiche franchigie.
E’ bene considerare che in caso di immobili il valore di riferimento non è quello commerciale, bensì la rendita catastale rivalutata.
E’ importante sottolineare che nel caso in cui l’erede fosse un portatore di grave handicapla franchigia sarebbe € 1.500.000 (legge 104 del 1992).
DICHIARAZIONE DI SUCCESSIONE
L’apertura della successione solitamente coincide con la data del decesso, da quel momento gli eredi hanno 12 mesi di tempo per presentare la dichiarazione di successione.
Con tale dichiarazione, gli eredi, comunicano al fisco la consistenza del patrimonio ereditato su cui si calcolano le imposte sopra menzionate.
Nel caso in cui oggetto della successione non siano immobili o diritti reali, la consistenza del patrimonio non sia superiore ad € 100.000 e gli eredi siano il coniuge e i parenti in linea retta, non sussiste obbligo di dichiarazione.
ACCETTARE O NON ACCETTARE L’EREDITA’?
Quando si è beneficiari di un’eredità si subentra nella titolarità sia degli attivi che dei passivi del de cuius.
I beni ereditati si fondono con quelli personali e, qualora il de cuius avesse contratto un debito o avesse prestato garanzia per qualche soggetto, si subentrerebbe in questi obblighi rispondendo anche con il proprio patrimonio nel caso in cui gli obblighi fossero maggiori degli attivi.
La norma prevede la possibilità di accettare l’eredità con beneficio di inventario.
Questa pratica permette di separare il patrimonio dell’erede da quello ereditato, in tal modo, come recita l’art. 490 l’erede “non è tenuto al pagamento dei debiti ereditari e dei legati oltre il valore dei beni a lui pervenuti”.
COSA VUOL DIRE PIANIFICAZIONE SUCCESSORIA?
La pianificazione successoria è quella strategia volta ad ottimizzare l’impatto fiscale in capo agli eredi, di evitare lesioni della legittima ed eventuali dissidi.
Solitamente, in funzione della complessità e consistenza dell’asse ereditario, si fa uso di uno o più strumenti (ad esempio testamento, polizze assicurative, trust o patti di famiglia.)
E’ molto importante farsi consigliare da un professionista per evitare errori ed massimizzare i benefici della pianificazione.
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