Alessio, un mio cliente imprenditore, è un buon risparmiatore, ha deciso di iniziare un piano di accumulo, è venuto per chiedermi se fosse più opportuno sottoscrivere un PAC o un Fondo Pensione.

 

Gli ho spiegato che il Fondo Pensione e il PAC (Piano di Accumulo del Capitale) sono diversi tra loro, che nascono per soddisfare necessità diverse e che sono complementari.

Il PAC è uno metodo di investimento estremamente versatile che prevede un definito numero di versamenti, generalmente mensili, le cui finalità sono:

  • accantonare denaro per il futuro investendolo, lasciando la possibilità di accedere in qualsiasi momento al capitale maturato;
  • diminuire enormemente, utilizzando il meccanismo di acquisti continuativi, il rischio intrinseco del prodotto di investimento scelto attenuandone la volatilità (ovvero l’oscillazione del valore);
  • grazie all’automatismo, sterilizzare l’emotività del sottoscrittore.

 

Al momento della sottoscrizione Alessio potrà definire il numero massimo di versamenti che vorrà effettuare durante tutta la durata del piano.

Avrà sempre facoltà di fermare ed eventualmente riprendere il piano di versamenti e di fare eventuali aggiuntivi (sempre nel limite massimo di quelli originariamente previsti).

Potrà anche disinvestire, in qualsiasi momento, in tutto o in parte, senza che siano previste penali.

Gli eventuali utili prodotti dall’investimento saranno tassati al 12 50% per quanto riguarda quelli rivenienti da titoli di Stato e 26% per tutti gli altri.

Se vuoi approfondire il funzionamento del PAC puoi anche leggere: Il piano di accumulo

 

Il fondo pensione, invece, è uno  strumento di matrice assicurativa concepito per una finalità ben definita ovvero l‘integrazione della rendita previdenziale.

Prevede la libertà totale dei versamenti e la possibilità di utilizzare un automatismo come quello del  PAC.

Il denaro via via accantonato, a seconda di quanto previsto dal fondo pensione scelto, potrà essere investito in prodotti di vario genere tra cui i fondi azionari, bilanciati, obbligazionari o a capitale garantito.

La forte convenienza del fondo pensione è legata all’aspetto fiscale: quanto versato, con il limite di €5164,57 annui, può essere dedotto dalle tasse a fronte di una trattenuta fiscale, da applicarsi al momento della scadenza, compresa tra il 15 e il 9% a seconda dell’anzianità del piano stesso ( è previsto lo sconto dello 0,3% all’anno per ogni anno successivo al quindicesimo di anzianità)

Anche le plusvalenze sono tassate con aliquota di maggior favore rispetto a quelle generate dai prodotti finanziari: 20% anziché al 26% fermo restando l’aliquota del 12,50% per quanto riguarda quelle rivenienti da titoli di Stato.

Essendo un prodotto finalizzato alla pensione e con forti agevolazioni fiscali, presenta alcune rigidità ovvero non permette l’accesso al denaro, se non in alcuni casi specifici e con una limitazione di importo, e comunque non prima che siano trascorsi almeno 8 anni (a meno che il prelievo non sia giustificato da grave malattia).

 

Alessio ha capito che fiscalmente il fondo pensione è molto importante e ha grandi vantaggi fiscali, ma considerate le sue rigidità non è opportuno utilizzarlo per accantonare tutto ciò che riesce a risparmiare.

Ha così deciso di aprire un fondo pensione per accaparrarsi l’anzianità (su cui poi verrà calcolatolo sconto fiscale al momento della prestazione) e proseguire con la sottoscrizione di un Pac su un fondo di sua scelta.

 

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