Che cos’è un BTP? Come funziona e quali sono i rischi?

“Ho sentito parlare di BTP, ma non mi è ben chiaro il suo funzionamento, può spiegarmelo?” In questo articolo risponderò alla domanda di Marco, illustrando cos’è un BTP, a cosa serve e come funziona.

 

Che cos’è il BTP?

Il BTP, o Buono del Tesoro Poliennale, è un titolo di stato italiano. Si tratta di un’obbligazione, ovvero un titolo di debito emesso da un ente (in questo caso lo Stato italiano) per finanziarsi. L’investitore che acquista un BTP sta di fatto prestando denaro allo Stato, che si impegna a restituirlo alla scadenza del titolo e a pagare un interesse semestrale all’investitore per tutta la durata del prestito.

 

Come funziona il BTP?

All’atto dell’acquisto, l’investitore sceglie la durata del BTP e l’importo da investire. Il rendimento del BTP è determinato dal tasso di interesse che è fisso e stabilito all’emissione, e dal prezzo di acquisto. Il tasso di interesse rimane invariato per tutta la durata del titolo.

 

Che differenza c’è tra acquisto in emissione e nel mercato secondario?

Il BTP può essere acquistato in collocamento ovvero nel momento della sua emissione da parte dello Stato oppure nel mercato secondario.

Il primo caso si configura quando un titolo viene emesso per la prima volta: l’investitore acquista direttamente dallo Stato (o dall’ente emittente) il titolo al prezzo di emissione. Il prezzo di emissione è stabilito dall’ente emittente e l’investitore riceverà gli interessi (cedole) a partire dalla data di emissione fino alla data di scadenza del titolo.

Dopo l’emissione, i titoli vengono scambiati nel mercato secondario. In questo secondo caso, gli investitori comprano e vendono i titoli tra loro, e non direttamente dall’ente emittente. Il prezzo di un titolo nel mercato secondario può variare rispetto al prezzo di emissione, in base a vari fattori come le condizioni di mercato, i tassi di interesse e la percezione del rischio dell’ente emittente. Se un investitore acquista un titolo nel mercato secondario, riceverà gli interessi a partire dalla successiva data di cedola fino alla data di scadenza del titolo.

In sintesi, la differenza principale tra l’acquisto in emissione e l’acquisto nel mercato secondario riguarda il prezzo del titolo e il momento in cui l’investitore inizia a ricevere gli interessi.

 

Dove si acquistano i BTP dopo il loro collocamento?

I BTP possono essere acquistati sul mercato secondario, ovvero in un momento successivo alla loro emissione. Il mercato regolamentato in cui vengono scambiati BTP già in circolazione è il MOT (Mercato telematico delle Obbligazioni e dei Titoli di Stato) che è il mercato secondario gestito da Borsa Italiana S.p.A. dove i risparmiatori (sempre tramite un intermediario) possono comprare o vendere titoli di Stato e altre obbligazioni, con importo minimo pari a 1.000 euro.

Per completezza di informazione c’è anche un altro mercato in cui sono quotati i BTP: l’MTS (Mercato Telematico dei titoli di Stato), che è riservato agli intermediari autorizzati (banche e imprese di investimento)

 

Come si calcola il rendimento di un BTP?

Il rendimento di un BTP è composto da due componenti principali.

La prima è il flusso di cedole, ovvero gli interessi che vengono pagati all’investitore con cadenza semestrale. Queste cedole sono fissate al momento dell’emissione del BTP e rimangono costanti per tutta la durata del titolo.

La seconda è la differenza tra il prezzo pagato per acquistare il BTP e il valore nominale del titolo, che è sempre pari a 100 e viene rimborsato all’investitore alla scadenza del BTP.

Se il titolo è stato acquistato in asta, questa differenza è conosciuta come “scarto d’emissione”. In alcuni casi quando il titolo è sottoscritto in emissione potrebbero essere previsti dei “rendimenti bonus” per chi li detiene fino a scadenza (il cosiddetto CUM).

 

Quali sono i rischi connessi all’acquisto di un BTP?

Come ogni investimento, anche l’acquisto di un BTP comporta dei rischi. Il principale è quello di mercato, ovvero la possibilità che il prezzo del BTP scenda a causa di variazioni dei tassi di interesse o di altri fattori.

Se l’investitore si trovasse nella necessità di vendere il titolo prima della sua scadenza potrebbe realizzare una perdita in conto capitale.

Inoltre, c’è il rischio di credito, ovvero la possibilità che lo Stato emittente non sia in grado di onorare i pagamenti degli interessi o del capitale. Questo rischio è espresso nel così detto rating e si riflette sullo spread (più è considerato rischioso l’emittente più basso è il rating e più cresce lo spread)

 

Quale influenza ha lo spread su prezzi e rendimenti?

Lo spread, ovvero il differenziale di rendimento tra i BTP e i titoli di stato tedeschi (considerati i più sicuri dell’area euro), ha un’influenza significativa sui prezzi e i rendimenti dei BTP. Quando lo spread aumenta, il prezzo dei BTP sul mercato secondario tende a diminuire, mentre il rendimento aumenta. Questo perché un aumento dello spread indica un aumento del rischio percepito dell’Italia rispetto alla Germania, rendendo i BTP meno attraenti per gli investitori. Al contrario, quando lo spread diminuisce, il prezzo dei BTP tende ad aumentare e il rendimento a diminuire. Questo fenomeno è strettamente legato al concetto di rischio paese, che rappresenta la percezione del rischio associato a un investimento in un particolare paese.

 

Come sono tassati i rendimenti dei BTP?

Un aspetto fondamentale da considerare quando si investe in BTP è la tassazione. I redditi prodotti dai BTP, sia sotto forma di cedole sia come capital gain realizzati alla vendita del titolo, sono soggetti a un’imposta sostitutiva del 12,5%. Questo significa che l’investitore dovrà pagare un’imposta del 12,5% sugli interessi ricevuti e sulle eventuali plusvalenze realizzate alla vendita del titolo.

Se l’investitore avesse maturato delle minusvalenze nel suo zainetto fiscale il rendimento frutto della differenza tra prezzo di acquisto e vendita, se positivo, andrebbe a compensarle. Lo stesso meccanismo di compensazione non esiste nel caso delle cedole. (Puoi approfondire qui il funzionamento dello zainetto fiscale in caso di titoli di stato)

È importante notare che l’aliquota del 12,5% è inferiore a quella applicata ad altri tipi di reddito di capitale, che in genere sono tassati al 26%.

 

 

Cos’è la clausola CACs?

Un elemento importante da considerare nei BTP è la presenza della clausola CACs (Collective Action Clauses). Questa clausola, introdotta nei titoli di stato dell’area euro a partire dal 2013, permette di modificare le condizioni del titolo (come il pagamento degli interessi o il rimborso del capitale) con l’approvazione di una maggioranza qualificata di detentori del titolo. Questo può essere rilevante in situazioni di ristrutturazione del debito.

 

Hai una domanda riguardo ai tuoi investimenti e non sai a chi porla? Chiedilo a #ILCONSULENTERISPONDE: manda una mail a info@lorenzocioffi.it e avrai la tua risposta.

Io sono Lorenzo Cioffi, consulente finanziario, e questo è #ILCONSULENTERISPONDE.

 

Fonti: Quello che conta; Borsa Italiana.

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